CiclismoTAPPA NELLA STORIA

Giro, la Lucca-Roma del 1914 rivive grazie a cinque intrepidi

La Lucca-Roma di un secolo fa, 430 km, è la frazione più lunga della storia della corsa rosa. Rivissuta in 23 ore di fatica da cinque appassionati con "macchine" e maglie dell'epoca e raccontata in un resoconto esclusivo

 
I corridori

I corridori

Una tappa nella storia quella compiuta da un quintetto che ha ripercorso il tracciato della terza frazione del Giro d'Italia 1914, la Lucca-Roma corsa il 28 maggio, 430 km, la più lunga della storia del Giro (del Giro più duro della storia). La prima Milano-Cuneo con il Sestriere, 420 km, fu la più dura di sempre (peggio del Bondone '56); la seconda Cuneo-Lucca era "solo" 340 km; la sesta Bari-L'Aquila, 428 km; la settima L'Aquila-Lugo, 429 km, l'ottava e ultima, Lugo-Milano, 420 km. La Lucca-Roma del 1914 fu vinta da Costante Girardengo in 17h28'55", secondo Carlo Durando, terzo Carlo Oriani. Ecco di seguito l'intero resoconto della rievocazione scritto da un amico dei cinque, che preferisce firmarsi Ellesse.
le premesse — "Sono qui a raccontarvi la rievocazione della tappa più lunga mai disputatasi in un giro d’Italia, la Lucca-Roma di 430 chilometri del 28 maggio del 1914 e la gesta dei cinque intrepidi uomini che ne hanno ripercorso le strade con le emozioni e la fatica provata dai quei temerari e impavidi eroici giusto cent’anni fa. Quella edizione del giro, a detta di tutti il più duro di sempre con solo otto arrivati a Milano, registrò una serie di record impressionanti che rendono l’idea delle fatiche immani che toccarono ai nostri avi, primati tuttora imbattuti: maggior lunghezza media delle tappe con 396 chilometri; maggior percentuale di ritirati, il 90% dei partenti; maggior tempo di percorrenza di un vincitore di tappa con 19h34’47” maggior distacco del vincitore finale sul secondo con 1h57’26” la più lunga fuga di sempre, del rodigino Lauro Bordin con 350 chilometri nella Lucca-Roma".
 
La punzonatura

La punzonatura

i partecipanti — "Ecco la cronaca: Lucca, ore 00.00 di sabato 31 maggio 2014, c’è la punzonatura delle macchine e il doveroso rituale del foglio firma alle officine Poli ed i nostri valorosi ciclisti davanti una folla incuriosita sono pronti per la partenza da Porta Elisa e ve li presento: Boschi Alberto, da Sala Baganza (PR), dorsale 22, su macchina Maino, moltiplica 24x9 passo Humber, si cala nelle vesti di Girardengo Costante; Lamacchi Simone, da Valeggio sul Mincio (VR), dorsale 85, su macchina Durkopp, moltiplica 44x18, é Barlottini Assuero, aspirante; Lebreton Marc, da Tarbes sud ovest della Francia, dorsale 35, su macchina Alcyon, moltiplica 46x20, è Pratesi Ottavio; Segalini Davide, da Gazzo (CR), dorsale 30, su macchina Bianchi, moltiplica 44x18 é Galetti Carlo e per finire Vettorato Adriano, da Limbiate (MB), dorsale 86, su macchina Peugeot, moltiplica 50x20, è Ripamonti Umberto, anch’egli categoria aspirante. Suiveur è il dottor Spapperi Gabrio di Città di Castello (Pg) mentre Soigneur è Romano Elisa, moglie del Ripamonti".
pioggia e vento — "L’attesa è trepidante, sono le 00.19, i lampioni della città murata e i fari a candela delle cinque macchine illuminano l’atmosfera di gran festa per un’avventura che li porterà sino alle tenebre della notte successiva. L’aria è mite, il vento tace, si fila veloci ad un passo di 25/30 chilometri l’ora con la cadenza dettata da Galetti e da Pratesi. Scorrono nel silenzio notturno i primi villaggi interposti tra Lucca e Firenze, nell’ordine Capannoni, Porcari e Altopascio dove le sbarre del passaggio a livello non sono per fortuna abbassate evitando scaltri colpi di mano di qualche attaccante della prima ora. Alle porte di Firenze, Giove Pluvio si sveglia e la pioggia aumenta progressivamente di intensità accompagnando i cinque anche nel passaggio per il centro storico. Soave è ammirar Palazzo della Signoria, gli Uffizi e Ponte Vecchio con il luccichio delle gocce cadenti sui telai ferrosi delle cinque macchine volanti ma è ora di puntare per la Valdarno e poi Arezzo, dove vi sarà il primo posto di controllo con il foglio firma dopo 160 chilometri circa poco dopo le 8:00. Intanto i saliscendi si fanno più taglienti e frequenti e gli sviluppi metrici delle moltipliche rendono il passo più en danceuse e pesante. Come se non bastasse pure Eolo grida “presente!” e le folate contrarie e laterali saranno protagoniste sino alla fine del viaggio. Ad Arezzo un numero circense evita a Pratesi un brutto capitombolo riuscendo a scendere dalla bici, prenderla con se e terminare in piedi, con solo un grande brivido".
Il lago Trasimeno

Il lago Trasimeno

pausa caffè — "Lungo la strada che conduce verso il lago Trasimeno si ammirano borghi inerpicati splendidi come Castiglion Fiorentino e Cortona ma i cinque protagonisti pur ammirandoli senza darlo a vedere agli avversari non lesinano le energie e continuano lanciati come una spada verso la città eterna. Alle porte del lago, prima di Tuoro, li attende un fantastico tratto sterrato che li porterà ai piedi del muro di Puntabella con tratti ben sopra al 10% e dalla sommità della quale si staglia nella sua interezza il Trasimeno con una tinta resa verdognola dal cielo plumbeo. Anche la salita che porta al borgo di Magione si fa sentire e la scrematura denota l’agilità del duo Galetti-Pratesi seguiti dai tre grintosi compagni di ventura. Finalmente alle porte di Perugia al secondo foglio firma alle ore 12:05 dopo circa 240 chilometri un barlume di sole timoroso fa breccia anche nei cuori ormai infreddoliti dei ciclisti che una volta rifocillati e appresi i consigli di patron Spapperi ripartono di buona lena, scavalcano l’abitato di Perugia, sinché all’improvviso il muro di Collestrada li costringe per la prima volta a zigzagare con il solo colosso Ripamonti, gran passista, che mette il piede a terra anche in virtù della sua moltiplica più severa. Ripamonti, Barlottini e il Gira sono in preda di colpi di sonno che li costringono ad una forzata pausa a base di caffé che ne ritempra lo spirito e l’agilità del passo".
piede e a terra — "Alla porte di Spoleto, dopo il foglio firma alle ore 15:45 al chilometro 310 circa, un muro di 200 metri li costringe tutti piede a terra, è inutile devastare la gamba, si sale a piedi senza infamia. All’uscita della ridente Spoleto inizia la salita più lunga della giornata, il Passo della Somma, o meglio, per essere più precisi, della vecchia Somma, che parte lieve ma poi fa male soprattutto negli ultimi tre chilometri ma i nostri prodi eroi non si arrendono immortalati ancora una volta nelle loro smorfie dalla professionista dell’obiettivo Elisa. La discesa verso Terni è a ventre aperto e fa toccare alla cinque macchine punte di velocità da primato grazie ai lunghi e pendenti rettilinei e una volta giunti nella cittadina umbra vi si appone nuovamente la firma nel foglio, sono le 18:00 circa e mancano poco più di 100 chilometri alla conclusione Uno dei fotogrammi più emozionanti va in scena poco dopo, a Narni, borgo medievale di sopraffina bellezza, arroccato su uno spuntone della montagna e gioioso come i suoi vocianti abitanti, compresi alcuni ragazzini incuriositi dai loschi figuri che posano sui loro mezzi indistruttibili".
Viale Tor di Quinto a Roma, l'impresa è conclusa

Viale Tor di Quinto a Roma, l'impresa è conclusa

alle porte della capitale — "A quel punto Roma è sempre più vicina, Civita Castellana, Nepi con il suo imponente acquedotto risalente al XVI secolo e Monterosi accompagnano nel viaggio verso la sera, il tramonto rosa sotto un campo di grano è da cartolina, ma anche la pioggia si riavvicina, per fortuna è di modesta intensità e svanisce ben presto. In lontananza il chiarore, anzi il bagliore della capitale si intravede già, la strada che si sta percorrendo è una ragnatela di buche che non lascia scampo alle stanche membra degli atleti e non si vede l’ora di sentire il vocio degli spettatori indisciplinati del rettifilo d’arrivo. È volata in viale di Tor di Quinto, era inevitabile sin dalla partenza e la spunta per mezza ruota il Gira, burlandosi degli avversari con il suo furbo ghigno. Sono le 23.45, oltre 23 ore di fatica, circa 460 chilometri percorsi, 30 in più del previsto, per alcuni inevitabili allungamenti di percorso causa strade impraticabili. Si spengono anche i fari a candela, ma si accende in una fiamma senza fine l’amicizia tra i cinque ciclisti, il loro suiveur e soigneur. Alla prossima avventura".
 Gasport